Torniamo ad occuparci del processo di unificazione tedesco attraverso una recensione di Filippo Petrocelli del libro “Anschluss” di Vladimiro Giacchè: una ricostruzione puntuale che attraverso dati inoppugnabili, tende a smontare la narrazione trionfalistica occidentale, a sua volta architrave di quella europeista tanto in voga di questi tempi.
Alla cerimonia per i venticinque anni della caduta del Muro di Berlino non mancava nessuno: non mancavano i protagonisti di allora – Gorbacev e Wałęsa su tutti – ma erano presenti anche Angela Merkel e Martin Schultz.
Una celebrazione in pompa magna, con l’immancabile retorica delle grandi occasioni, l’Inno alla Gioia, le rockstar e migliaia di palloncini. Ancora una volta a prevalere sono state le emozioni e il cuore: qualcosa di simile a quanto avvenuto nei giorni dell’unificazione tedesca, quando chiunque solidarizzava con le persone che a Berlino abbattevano uno dei simboli del fallimento del blocco socialista.
Eppure il processo di unificazione tedesco seguito al crollo del Muro presenta molti lati oscuri mai raccontati. La narrazione ufficiale descrive l’unificazione delle due Germanie come un atto di generosità della Repubblica Federale Tedesca (RFT) verso la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), ovvero la disastrata sorella povera, nient’altro che uno stato prossimo alla bancarotta. Continua a leggere